È terminata la prima settimana del Gran Paradiso Film Festival, articolata sulle tre sedi di Aymavilles, Cogne e Rhêmes-Notre-Dame, dopo cinque giornate dense di appuntamenti, accomunati da un unico fil rouge: Storia e Memoria. La 27ma edizione celebra 40 anni di narrazione cinematografica sul mondo naturale e sulla conservazione della natura, ma anche di sguardi attenti sulla società e sul mondo del sapere.
La Storia, intesa come esperienza collettiva, analizzata, studiata ed interpretata, e la Memoria, come esperienza individuale, vissuta e tramandata, sono state il doppio binario lungo il quale i film in concorso e gli interventi delle tante personalità che hanno animato il ciclo di conferenze del De Rerum Natura hanno fatto viaggiare il pubblico del Gran Paradiso.
In apertura, commentando la storia delle precipitazioni nella valle di Cogne, e con un focus sull’evento alluvionale del 29 e 30 giugno, Luca Mercalli ha affermato “In 6 ore è caduto 1/7 della pioggia annua” riconoscendo come questo fenomeno non sia straordinario ma, dinanzi all’incessante innalzamento delle temperature, rischi di diventare frequente.
Le riflessioni sugli eventi più recenti evidenziano come conservazione della Natura e adattamento al cambiamento climatico debbano essere trattati come un tema unico nell’agenda politica per la sopravvivenza della specie umana. “Cambiamenti climatici e perdita della biodiversità sono due facce della stessa moneta”, ha sostenuto lo zoologo Luigi Boitani. L’uomo sta contribuendo esponenzialmente alla velocità del processo di estinzione delle specie, ma mentre il mondo resisterà al cambiamento del clima e la natura si adatterà, è proprio l’uomo che resterà in pericolo senza Natura.
I 24 lungometraggi e cortometraggi in concorso al Gran Paradiso Film Festival – che ci accompagnano dalle Alpi all’Irlanda, da Israele agli Stati Uniti, dall’India all’Antartide, dalla Francia alla Cina, dall’Ucraina all’Australia – sono un tentativo di sensibilizzare il grande pubblico sulle tematiche ambientali, contribuendo a far maturare negli spettatori una piena consapevolezza dell’importanza di proteggere la natura.
Ne è un esempio la storia di “Silverback”, il film di Miles Blayden-Ryal: “la conservazione non bianco o nero. È una questione molto complessa”. Giunto al castello di Aymavilles, il protagonista Vianet Djenguet ne parla con il pubblico del festival catturandone l’interesse. Racconta della sua avventura in una foresta equatoriale, nel parco del Kahuzi-Biega, alla ricerca dei gorilla. Il film mostra il processo di abituazione di un Silverback, ma strada facendo genera anche interrogativi sull’opportunità di tale pratica che riduce la naturale diffidenza dell’animale selvatico verso l’uomo.
Il senso di gratitudine, la gioia della vita e l’accettazione della morte sono temi che la Natura ci presenta davanti agli occhi ogni giorno, ma che dobbiamo essere capaci di osservare.
Tuttavia, non è sempre semplice in un mondo in cui “manca un’idea del destino dell’umanità, anzi sembra che l’umanità sia inconsapevole della necessità di avere un destino. Coinvolta in guerre considerate ormai il mezzo principale per risolvere le controversie internazionali”.
È Luciano Violante ad affermarlo, inoltrandosi in una riflessione personale su guerra e pace, che il Presidente ritiene dover essere ricondotti ai loro fondamentali: morte e vita. “Il destino della razza umana è stato per secoli quello di creare” ha affermato Lucia Annunziata in collegamento dal Parlamento Europeo – “cioè puntato sulla vita ma senza la rimozione della morte, accettando quindi il dolore della morte. Oggi paradossalmente abbiamo una vita vitalistica, che però nasce dal fatto che rifiutiamo, cancelliamo fino all’ultimo la morte, al punto da chiamarla, quando sopravviene, una sconfitta”.
Confrontarsi con la natura, in questo senso, è un valido mezzo per riconnettersi con sé stessi e con le proprie radici. Il Gran Paradiso Film Festival continuerà ad offrire questa occasione al pubblico nelle prossime settimane: il 2 agosto a Valsavarenche, il 3 agosto a Rhêmes-Saint-Georges, il 7 a Châtel Argent, l’8, 9 e 10 agosto al Castello di Introd. Da sabato 27 luglio fino a venerdì 9 agosto, inoltre, si aprirà la sezione GPFF online, sulla piattaforma streaming del Festival. I vincitori saranno proclamati durante la serata finale, che si terrà il 12 agosto a Cogne.
Per iscriversi agli eventi in presenza è necessario prenotare attraverso il sito www.gpff.it, mentre per visionare le pellicole online, è sufficiente iscriversi alla Giuria del pubblico Online compilando il form reperibile sullo stesso sito.
Per maggiori informazioni consultare il siti ufficiali www.gpff.it e www.grand-paradis.it.
ll Gran Paradiso Film Festival è un progetto di Fondation Grand Paradis, realizzato in collaborazione con Assessorato Opere Pubbliche, Territorio e Ambiente, con il sostegno di: Assessorato turismo, sport, commercio e trasporti della Regione autonoma Valle d’Aosta, Ministero della Cultura, Parco Nazionale Gran Paradiso, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Comune di Cogne, Compagnia Valdostana delle Acque; con la partecipazione di: Comune di Aymavilles, Comune di Introd, Comune di Rhêmes-Notre-Dame, Comune di Rhêmes-Saint-Georges, Comune di Valsavarenche, Comune di Villeneuve, Club Alpino Italiano, Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi; con il patrocinio di: Ente Progetto Natura; sponsorship tecnica di Montura.
A sinistra: 27° Gran Paradiso Film Festival al Castello di Aymavilles; A destra: “Silverback” di Miles Blayden-Ryall al 27° Gran Paradiso Film Festival
A sinistra: Luciano Violante ed Elena Loewenthal; A destra: Vianet Djenguet presenta il film “Silverback” con la Direttrice Artistica Luisa Vuillermoz
Da sinistra in alto: Riccardo Diano, Erica Motta, Amandine Guala, Manuela Farina, Céline Merlet. Da sinistra in basso: Francesca Bellotti, Sophia Zonca, Lorenzo Mortera, Luisa Vuillermoz, Mirko Fortuna, Eva Elias Papió, Chiara Bartolini